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  • Ercolano


    La mitologia racconta che la città di Ercolano fu fondata da Ercole; la storia narra che fu conquistata dagli Opici-Osci, poi dagli Etruschi e infine dal popolo dei Sanniti. Partecipò alla guerra sociale degli Italici contro Roma, ma fu espugnata nell’89 a.C., quando perse autonomia politica e divenne municipio retto da duoviri. Patrizi romani, incantati dalla sua bellezza e fertilità, edificarono in questi luoghi sontuose ville, la più affascinante tra tutte è quella dei Papiri.
    Durante l’impero di Augusto avvenne una profonda restaurazione e molti edifici pubblici, fra cui le mura e l’acquedotto, le terme centrali, il teatro, la basilica, la palestra, ripresero lo splendore iniziale. Nel 79 d.C. erano ancora in corso i restauri per il terremoto del 62 d.C. quando si verificò la catastrofica eruzione del Vesuvio.
    Ercolano fu dapprima travolta da nubi ardenti di gas ad altissima temperatura che provocarono la morte, per shock termico, degli Ercolanesi e poi da una incessante pioggia di cenere che seppellì le abitazioni sotto uno strato di circa 30 metri di detriti. Nel 1709, casualmente, durante gli scavi di un pozzo, si ebbe il primo ritrovamento archeologico che diede inizio alle prime ricerche.
    Nel 1738, Carlo di Borbone, amante dell’arte e della natura, iniziò scavi regolari con una tecnica detta “dei cunicoli”, sotto la direzione di Rocco Gioacchino d’Alcubierre, poi di Carlo Weber e, in seguito, di Francesco La Vega. Nel 1752 venne rinvenuta la suntuosa Villa dei Papiri, così detta per la cospicua biblioteca di testi greci, oggi depositati presso l’omonima Officina della Biblioteca Nazionale di Napoli. La villa apparteneva forse a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Cesare. Nel 1755 fu fondata la Real Accademia ercolanese per la pubblicazione, continuata fino al 1792, degli otto volumi che illustravano pitture murali, bronzi e papiri. Sospesi nel 1790 per dare precedenza a quelli di Pompei e Stabia, i lavori di ricerca e restauro ripresero ad opera di Francesco I nel 1828, con una differente tecnica detta “dello sterro”. Un’altra fase si ebbe inoltre tra 1869 e il 1875 grazie al contributo personale di Vittorio Emanuele II. Dal 1927, si avviò la definitiva campagna di recupero che ha prodotto il disseppellimento di buona parte della città verso sud, fino al rinvenimento dell’antica spiaggia e del tempio di Venere con l’apertura di gran parte della Villa dei Papiri. I più autorevoli rinvenimenti furono le fornici del porto, luoghi destinati al rimessaggio delle imbarcazioni, dove furono rinvenuti più di 250 scheletri di ercolanesi che, rifugiati in attesa di poter prendere il largo, furono invece sorpresi dalla nube ardente.

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